
“Il semplice viaggio del cuore” ( Guanda, 1994) di Maya Angelou è davvero, così come recita il titolo, un viaggio nel cuore del quotidiano grazie alle cose semplici che ciascuno affronta nella vita e di cui spesso sfugge il valore formativo.
Nel piccolo volume sono raccolte memorie familiari, personali, meditazioni sui temi più vicini alla grande poeta americana quali la condizione della donna, il razzismo, la gentilezza e il rispetto con cui avvicinarsi al mondo degli altri.
Si tratta, quindi, di una sorta di vademecum in cui sono raccolti in forma di riflessione i principi che regolano la vita della Angelou che intraprende il suo viaggio di conoscenza di sé e dell’altro con la precisa intenzione di aprire una prospettiva diversa e altra rispetto al conformismo materialista e di interesse in cui viviamo.
La sua opposizione alla violenza non significa rassegnazione o rinuncia a essere sé stessa, ma, anzi, affermazione di sé e dei propri diritti in maniera che questi non portino mai alla negazione dell’essere, ma ne siano fiero accompagnamento.
Interessante è lo sguardo verso i giovani e la relazione con gli adulti, la necessità di mostrare ai giovani segni positivi del divenire affinchè non ne conoscano solo la malvagità cedendovi.
L’uso della parola immediata, viva, concreta, sacra nella dimensione dell’umano confronto, non semplifica il messaggio, ma lo rende più comprensibile e attuabile.
“Il semplice viaggio del cuore” ( Guanda, 1994) di Maya Angelou è un libro piccolo ma intenso in cui ogni pagina è proposta di speranza e suggerimento di valori e principi forse dimenticati.
“Il semplice viaggio del cuore” (Guanda, 1994) by Maya Angelou is really, as the title states, a journey into the heart of everyday life thanks to the simple things that everyone faces in life and whose educational value often escapes.
In the small volume are collected family and personal memories, meditations on themes closest to the great American poet such as the condition of women, racism, kindness and respect with which to approach the world of others.
It is, therefore, a sort of vademecum in which the principles that regulate the life of Angelou are collected in the form of reflection, as she embarks on her journey of self-knowledge and of the other with the precise intention of opening up a different and other perspective compared to the materialistic conformism and self-interest in which we live.
Her opposition to violence does not mean resignation or renunciation of being herself, but rather an affirmation of herself and her rights in a way that these never lead to the denial of being, but are proud accompaniment.
Interesting is the gaze towards young people and the relationship with adults, the need to show young people positive signs of becoming so that they don’t only know its wickedness by giving in to it.
The use of the immediate, lively, concrete, sacred word in the dimension of human confrontation does not simplify the message, but makes it more understandable and feasible.
“Il semplice viaggio del cuore” (Guanda, 1994) by Maya Angelou is a small but intense book in which each page is a proposal of hope and a suggestion of perhaps forgotten values and principles.
Un pensiero su “Maya Angelou: Il semplice viaggio del cuore”