The seagulls scream in this gray sky more than the hearts of those who separate instead of uniting what in life needs to be together and not see us fighting against each other.
They scream and bring with them my voice of dissent, the invitation to be prudent, the suggestion to be free from the shackles of selfishness that destroys without building a future.
They scream and scream and scream some more, restless or perhaps furious at the heavy air that suffocates their free flight without being able to stop it, of course, but depriving them of the space of the horizon.
They scream and call by name every deficiency of the man who divides in order to command, thus denouncing the brutality of his own human imbalance and the weakness of a power that considers itself such only by silencing the voices that dissent and tell of different possibilities for a humanity that does not need hate to live but only love to share.
They scream in pain due to the distances induced by ignorance and the presumption of being able to erase history by modifying it to one’s liking. They scream at the limitless sloth of repeated crimes, pretending that they are not, erasing the memory and abusing the ignorance of those who do not know the truth of history nor try to know it because it is easier to remain indifferent as if everything that happens does not happen part of the new story of oneself that is being built by abolishing the sign and meaning of those who gave their lives to unite and grow and mature a thought free from the horror of hatred and division.
I too shout out my dissent loudly, I too abhor everything that changes freedom into chains, that makes men servants and slaves of impending and growing resentment in the name of emptiness and chaos that facilitates the rise of the dictatorship of pride and ‘egocentrism.
It is no longer time for the flag-waving of one’s ego, it is no longer time for personal interests, it is no longer time for the war of selfishness. This is the time in which one needs the other, each one needs to be part of a whole to be protected and safeguarded. A whole made of values, hospitality, collaboration. Everything made by voices who know how to interpret common needs and make them a passion for life, research, sharing goals and objectives. A whole that appeals to common sense and love for creation and creatures. A whole that does not divide but discerns good from evil according to criteria that unite and save, excluding prejudice and supremacy.
The seagulls no longer scream, they listen to my voice and carry it far away on their flight of peace, who knows if others scream with our same voice.

Urlano i gabbiani in questo cielo grigio più del cuore di coloro che separano invece di unire ciò che nella vita ha necessità di stare insieme e non di vederci lottare gli uni contro gli altri.
Urlano e portano con sé la mia voce di dissenso, l’invito a essere prudenti, il suggerimento a essere liberi dalle pastoie dell’egoismo che destruttura senza costruire futuro.
Urlano e urlano e urlano ancora, inquieti o forse furiosi per l’aria pesante che soffoca il loro volo libero senza riuscire a fermarlo, certo, ma privandoli dello spazio dell’orizzonte.
Urlano e chiamano per nome ogni deficienza dell’uomo che per comandare divide denunciando, così, l’efferatezza del proprio squilibrio umano e la debolezza di un potere che si ritiene tale solo mettendo a tacere le voci che dissentono e narrano di possibilità diverse per una umanità che non ha bisogno dell’odio per vivere ma solo di amore per condividere.
Urlano sofferenti per le distanze indotte dall’ ignoranza e dalla presunzione di poter cancellare la storia modificandola a proprio piacimento. Urlano per l’ignavia senza limiti dei reati reiterati fingendo che non lo siano, cancellando la memoria e abusando dell’ ignoranza di chi non conosce la verità della storia né cerca di conoscerla perché è più facile restare indifferenti come se tutto quello che accade non facesse parte della nuova storia di sé che si va costruendo abolendo il segno e il senso di coloro che hanno dato la vita per unire e crescere e maturare un pensiero libero dall’orrore dell’odio e della divisione.
Anche io urlo forte il mio dissenso, anche io aborro tutto ciò che muta la libertà in catene, che rende gli uomini servi e schiavi del rancore incombente e crescente in nome del vuoto e del caos che facilita l’ascesa della dittatura della superbia e dell’egocentrismo.
Non è più tempo per gli sbandieratori del proprio ego, non è più tempo per gli interessi personali, non è più tempo per la guerra degli egoismi. Questo è il tempo in cui gli uni hanno bisogno degli altri, ciascuno ha bisogno di essere parte di un tutto da proteggere e tutelare. Un tutto fatto di valori, accoglienza, collaborazione. Un tutto fatto dalle voci che sanno interpretare i bisogni comuni e renderli passione per la vita, la ricerca, la condivisione di mete e obiettivi. Un tutto che si appella al buon senso e all’amore per il creato e le creature. Un tutto che non divida ma discerna il bene dal male secondo criteri che accomunano e salvano escludendo pregiudizi e supremazia.
Non urlano più i gabbiani, ascoltano la mia voce e lontano la trasportano nel loro volo di pace, chissà se altri urlano con la nostra stessa voce.