Gabriel García Márquez: Cronaca di una morte annunciata

“Cronaca di una morte annunciata” (Einaudi, 2017) è un romanzo di Gabriel García Márquez di grande levatura letteraria sia per la trama, coinvolgente dalla prima all’ultima parola, sia per lo stile, equilibrato ma elevato.
Si tratta, difatti, come suggerisce il titolo, di una “morte annunciata”; tutti, cioè, sapevano che quel delitto sarebbe stato commesso, tutti se lo aspettavano, tutti ne erano coscienti… eppure, nessuno ha fatto cosa alcuna per fermarlo.
La narrazione si dipana attraverso una accurata ricostruzione dei fatti occorsi, quasi una indagine per ricostruire quanto avvenuto anni prima. Una indagine necessaria, in realtà, poiché, visto che tutti sapevano e davano per scontato l’evento, le indagini stesse al tempo dell’omicidio erano state superficiali come se non ci fosse stata la necessità di indagare su quanto era a conoscenza di tutti.
Ci domandiamo, insieme all’autore, è legittimo non andare a fondo di vicende note? E se tutti sapevano, perché è potuto accadere?
La particolarità della narrazione è che sin dall’incipit si sa chi sia la vittima, chi i colpevoli e quali le ragioni del crimine; quello che nella ricostruzione sembra voler indicare l’autore, quindi, non è la ricerca dell’assassino, ma dei motivi per cui tutti sono diventati complici indifferenti di un crimine efferato e annunciato più volte prima che accadesse.
Santiago Nasar è la vittima, assassinata per aver abusato di una ragazza che, nella notte di nozze, viene ripudiata dallo sposo per aver perso la sua verginità prima del matrimonio. Questa la motivazione che renderà un obbligo per i fratelli della giovane sposa di vendicarne l’offesa. Santiago Nasar era un ricco giovane del paese, facile accusarlo senza prove, nasce il dubbio, infatti, che sia innocente e che sia stato indicato dalla ragazza solo perché riteneva che nella sua condizione agiata potesse essere protetto da qualsiasi vendetta.
Ma è davvero questa la motivazione del testo? Mi sembra, piuttosto, che sotto processo ci sia un altro colpevole: l’indifferenza e il silenzio di chi sa ma non parla. L’autore suggerisce varie motivazioni, superficialità, incredulità, desiderio di restare fuori da una storia, ma quale che sia la verità, il fatto è che un uomo è stato ucciso sotto lo sguardo cosciente dell’intero paese.
Questo è il vero dramma, narrato da Gabriel García Márquez con maestria di indagine e analisi e con un linguaggio che non perde lo spessore immaginifico di parole che diventano segni.
“Cronaca di una morte annunciata” (Einaudi, 2017) di Gabriel García Márquez è un romanzo che, credo, non dovrebbe mancare nella libreria di nessun lettore.

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