Sometimes the best words are the ones that are not pronounced, but that live in your chest and are the beating of your own heart. It is there, in fact, that they find the rhythm and the nectar that gives rise to life.
Those words move, act, they are all you have to present your thoughts in an original, but above all authentic way, there is no need to shout them, they live in you and through you.
It doesn’t matter how much others clamor desecrating the sensible purity of every word of which they don’t understand the fullness of it, grasping only the emptiness with both hands.
They scream, they lie knowing they are lying, they disguise hatred with lace and sequins, but they don’t know what a word is or what life is.
You live. You, simply live the word and be worthy of its infinity.

Qualche volta le parole migliori sono quelle che non si pronunciano, ma che vivono nel petto e sono il battito del proprio cuore. È lì, infatti, che esse trovano il ritmo e il nettare che origina la vita.
Quelle parole si muovono, agiscono, sono tutto quello che si possiede per presentare il proprio pensiero in modo originale, ma soprattutto autentico, non c’è bisogno di urlarle, esse vivono in te e attraverso di te.
Non importa quanto altri strepitino dissacrando la purezza sensibile di ogni parola di cui non comprendono il pieno afferrandone solo il vuoto a piene mani.
Costoro, urlano, mentono sapendo di mentire, camuffano l’odio tra trine e lustrini, ma non sanno parola che cosa sia né che cosa sia la vita.
Tu, vivi. Tu, semplicemente vivi la parola e sii degno del suo infinito.