Elsa Morante: Racconti dimenticati

“Racconti dimenticati” (Einaudi, 2022) di Elsa Morante a cura di I. Babboni e C. Cecchi con prefazione di C. Garboli, è l’esempio evidente di come si sviluppi l’anima e lo stile di una scrittrice/scrittore.
Si tratta, difatti, di una raccolta di racconti brevi o meno brevi e aneddoti infantili nascosti nei carteggi della Morante o pubblicati su riviste varie che ben rappresentano l’evoluzione emotiva e il focus introspettivo cui la scrittrice darà lustro nei romanzi più maturi.
I temi sono vari -innocenza, solitudine, gioventù, anzianità, vita, morte, legami parentali e relazioni, ricchezza e povertà, degrado sociale e morale, e molto di più- eppure, in ciascun racconto è già visibile l’attenzione particolare e l’acume con cui la Morante osserva il mondo attorno e dentro di sé.
Ogni storia ci appare reale e non solo possibile, vicina come se stesse accadendo a noi stessi o a qualcuno non lontano da noi; ogni personaggio è guardato dall’interno come se la scrittrice avesse una lente di ingrandimento dei sentimenti e delle emozioni in grado di porre in rilievo ciò che a prima vista appare irrilevante.
La Morante trascina i lettori nella realtà di un mondo che spesso ci si rifiuta di osservare e lo fa aggiungendo alla sua abilità introspettiva, l’arte di una scrittura appropriata, mai ridondante, ma essenziale, precisa, diretta e chiara oltre che piacevole da leggere. Una scrittura in grado di spiegare senza definire, di non dare per scontato reazione alcuna dei personaggi, quasi che l’autrice aspettasse di accompagnarsi nel suo scrivere all’attenzione vigile dei lettori fino allo svelamento di una verità che appartenga a tutti.
Nei “Racconti dimenticati” c’è sempre un mistero che affascina, anche quando tutto è chiaro ed esposto poiché, difatti, ogni realtà è mutevole e il giudizio di ogni personaggio come quello di ogni lettore è transitorio e reinterpretabile a secondo del coinvolgimento in cui ci si intrattiene.
Importante è anche il percorso di analisi che la Morante fa sulle donne, le loro passioni, gli interessi, la ricerca e il disinganno verso una società ancora bloccata da stereotipi sociali e culturali.
Molto interessante è la prefazione di Cesare Garboli che non solo indica il percorso formativo della Morante attraverso i “Racconti dimenticati”, ma, compiendo un atto che considera “dovuto” non solo alla Morante stessa, ma anche al suo pubblico di lettori, svela quella che Garboli chiama “la preistoria della Morante a un certo gusto da Italia magica” che si trova anche in Moravia (Gli indifferenti).
“Racconti dimenticati” (Einaudi, 2022) di Elsa Morante a cura di I. Babboni e C. Cecchi con prefazione di C. Garboli, è certamente un libro da leggere.

“Racconti dimenticati” (Einaudi, 2022) by Elsa Morante edited by I. Babboni and C. Cecchi with a preface by C. Garboli, is the clear example of how the soul and style of a writer / writer develops.
It is, in fact, a collection of short or less short stories and childhood anecdotes hidden in Morante’s correspondence or published in various magazines that well represent the emotional evolution and the introspective focus which the writer will give prestige in her more mature novels.
The themes are varied – innocence, loneliness, youth, old age, life, death, parental ties and relationships, wealth and poverty, social and moral decay, and much more – yet, in each story, particular attention and the insight with which Morante observes the world around and within herself.
Each story appears real and not only possible, close as if it were happening to ourselves or to someone not far from us; each character is looked at from the inside as if the writer had a magnifying glass of feelings and emotions capable of highlighting what at first sight appears irrelevant.
Morante drags readers into the reality of a world that often refuses to observe and does so by adding to her introspective ability, the art of an appropriate writing, never redundant, but essential, precise, direct and clear as well as pleasant to light. A writing capable of explaining without defining, of not taking any of the characters’ reactions for granted, as if the author expected to accompany herself in writing about her to the vigilant attention of readers until a truth that belongs to everyone is revealed.
In the “Forgotten Tales” there is always a mystery that fascinates, even when everything is clear and exposed since, in fact, every reality is changeable and the judgment of each character as that of each reader is transitory and reinterpretable according to the involvement in which we entertain ourselves.
Morante’s analysis of women, their passions, interests, research and disillusionment with a society still blocked by social and cultural stereotypes is also important.
Very interesting is the preface by Cesare Garboli which not only indicates Morante’s training path through the “Forgotten Tales”, but, by carrying out an act that he considers “due” not only to Morante herself, but also to her public of readers, reveals that which Garboli calls “the prehistory of Morante with a certain taste of magical Italy” which is also found in Moravia (Gli indifferenti).
“Racconti dimenticati” (Einaudi, 2022) by Elsa Morante edited by I. Babboni and C. Cecchi with a preface by C. Garboli, is certainly a book to read.

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