
Il romanzo “Le donne della casa di pietra. Libro uno, Le origini” (Nulla die, 2022) di Patrizia Ciribè non è solo un romanzo che ruota attorno alla vita di diverse generazioni di donne, ma mi appare come il romanzo della verità -sulle donne, sulle relazioni, ma, soprattutto, sul coraggio e la forza di riconoscersi in sé stesse per essere in grado di costruire la differenza.
È così che la protagonista femminile, Elsa Torre, incarna in sé la storia delle altre donne che, nel bene o nel male, hanno fatto parte e ancora fanno parte del suo quotidiano.
La decisione di Elsa di scrivere un libro in cui si parli di Sarina, coraggiosa ma tormentata e vessata antenata, nasce certamente dal desiderio di mettere ordine tra le lettere di Sarina (una sorta di diario epistolare che non raggiunge mai il destinatario), raccontare la sua storia e spiegarne quella libertà interiore più forte dei soprusi che subisce, ma diventa anche un modo per raccontare di sé, delle sue forme di ribellione, del suo scontro con la madre e i fratelli, del suo amore per la nonna, del suo incontro con Luce e Brando e dei tanti altri personaggi di questa complessa narrazione.
La stroia si trasforma, così, nella ricerca di un linguaggio universale grazie al quale le donne possano raccontare chi sono attraverso il tempo e oltre di esso, ma anche gli uomini possano confrontarsi con una realtà culturale di fatto che può e deve essere modificata.
Il romanzo è certamente una narrazione al femminile, ma non mancano figure maschili significative come Roberto, marito di Elsa.
“Le donne della casa di pietra. Libro uno, Le origini” (Nulla die, 2022), è la prima parte di una narrazione che con intensità e maestria porta non solo a godere della bellezza della scrittura di Patrizia Ciribè, ma anche a pregustarne il seguito.
L’autrice, grazie alla sua scrittura raffinata e accurata, ha la capacità di condurre il lettore all’interno della narrazione fino a sentirsene non solo coinvolto, ma anche parte, poiché la Ciribè attraversa non solo le consuetudini culturali che hanno da sempre posto la donna in condizione di subalternità, ma lo fa con intelligenza e acume tali da rendere evidente quali siano i vuoti culturali e come sopperirvi.
È, all’inizio, un viaggio psicologico, spesso ingarbugliato e sospeso al punto da spazientire poiché si è trascinati, leggendo, in realtà diverse per tempi e luoghi, ma in cui la ripetizione delle condizioni degli eventi sembra quasi condurre il lettore in un continuo dejà vu. Non importa, infatti, il nome dei protagonisti né l’epoca del loro vissuto se la tendenza a restare aggrappati a una cultura delle relazioni non evolve.
Con questo romanzo è come se la Ciribè ponesse nelle mani di ciascun lettore una matassa di lana ingarbugliata, così si presenta il continuo andare avanti e indietro nella storia dei diversi personaggi di cui si rischia di dimenticare nome e appartenenza come anche la relazione con la protagonista, sarà il lettore a dover sbrogliare quella matassa e farne un gomitolo di lana morbida attraverso la ricostruzione degli eventi e dei legami.
È quello che fa la stessa protagonista, Elsa, che imparando a rientrare in sé stessa tenterà non solo di impossessarsi della sua storia personale, ma anche di ricongiungersi a essa e riappacificarsi consapevole di essere a sua volta diventata madre di una donna. Difatti, fare i conti con sé stessi, con le proprie fragilità e i punti di forza, con la solitudine e i vuoti incolmabili, è l’unico modo per dare un nome al tempo e ai tempi.
“Le donne della casa di pietra. Libro uno, Le origini” (Nulla die, 2022) di Patrizia Ciribé è un romanzo che merita di essere letto e sentito dentro. Che altro aggiungere? Che aspetto con curiosità, il seguito, “Le donne della casa di pietra -libro due, La rinascita”.
The novel “Le donne della casa di pietra. Libro uno, Le origini” (Nulla die, 2022) by Patrizia Ciribè is not only a novel that revolves around the lives of several generations of women, but appears to me as the novel of truth – on women, on relationships, but, above all, on the courage and strength to recognize oneself in order to be able to build the difference.
This is how the female protagonist, Elsa Torre, embodies the story of the other women who, for better or for worse, have been part of her and are still part of her daily life.
Elsa’s decision to write a book about Sarina, a courageous but tormented and oppressed ancestor, certainly stems from the desire to put in order Sarina’s letters (a sort of epistolary diary that never reaches the addressee), his story and explain that inner freedom stronger than the abuses he suffers, but it also becomes a way to tell about himself, his forms of rebellion, his clash with his mother and brothers, his love for his grandmother, his meeting with Luce and Brando and the many other characters of this complex narrative.
Stroia is thus transformed into the search for a universal language thanks to which women can tell who they are through time and beyond it, but also men can deal with a cultural reality that can and must be modified.
The novel is certainly a female narrative, but there is no lack of significant male figures such as Roberto, Elsa’s husband.
“Le donne della casa di pietra. Libro uno, Le origini” (Nulla die, 2022), is the first part of a narrative that with intensity and skill leads not only to enjoy the beauty of Patrizia Ciribè’s writing, but also to a foretaste of it. the continuation.
The author, thanks to her refined and accurate writing, has the ability to lead the reader inside the narration until she feels not only involved, but also part of it, since Ciribè not only crosses the cultural habits that have always placed her a woman in a condition of subordination, but she does it with intelligence and acumen such as to make clear what the cultural gaps are and how to make up for them.
It is, at the beginning, a psychological journey, often tangled and suspended to the point of impatience because one is dragged, reading, in reality different for times and places, but in which the repetition of the conditions of the events seems almost to lead the reader in a continuous dejà vu. In fact, the name of the protagonists does not matter, nor the age of their experience if the tendency to cling to a culture of relationships does not evolve.
With this novel it is as if Ciribè placed a tangled skein of wool in the hands of each reader, thus presenting the continuous going back and forth in the history of the different characters whose name and belonging as well as the relationship with the protagonist are likely to be forgotten. , the reader will have to unravel that skein and make it a ball of soft wool through the reconstruction of events and ties.
This is what the protagonist herself, Elsa, does, who by learning to re-enter herself will try not only to take possession of her personal history, but also to rejoin it and make peace, aware of having in turn become the mother of a woman. In fact, dealing with oneself, with one’s frailties and strengths, with loneliness and unbridgeable gaps, is the only way to give a name to time and times.
“Le donne della casa di pietra. Libro uno, Le origini” (Nulla die, 2022) by Patrizia Ciribé is a novel that deserves to be read and felt inside. What else to add? What I look forward to with curiosity, the sequel, “Le donne della casa di pietra -libro due, La rinascita”.
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