Lives wasted, energy wasted, “collateral” damage of various kinds, devastating psychological effects, the economy that is shaking, but above all human damage, damage to every human being on one side or the other of the barricade.
This is a war.
No winners, no losers, all losers.
Destruction, only destruction in an age that screams to be rebuilt by banishing waste and differences, feeding the good of the Earth and human beings.
But are we really part of this world, we humans of today?
How is it possible to always go back in the illusion that the best is behind us and not in what we might be able to build looking ahead precisely because we are aware of what we have scattered behind?
This applies to all wars in every place of the world. We feel this closer because it is geographically, because our inner borders still allow us the prevarications and the illusion of superiority in power.
We fell into the mud and we are nothing but mud!
Mud that clings to the powers that destroy, to those powers that do not belong to us, to the iniquities that destroy the good and to every enjoyment that satisfies our ignorance.
But what will remain after all this? What else but the nothingness that we are?
We live our life as if we were prisoners of a closed circuit, a vicious circle that always brings us back to the same point despite having infinite spaces around us to know, love to contemplate.
We demand freedom, but we seek it in power, you forget that no power enjoys freedom because it is too busy consolidating and imposing itself to look beyond itself and live.
I would like a minimum of conscience, only a minimum would be enough to recognize the absurdity of what is happening and the absurdity of every war in the world.
NO WAR NOWHERE!

Vite sprecate, energie disperse, danni “collaterali” di vario genere, effetti psicologici devastanti, l’economia che traballa, ma soprattutto danni umani, danni contro ogni essere umano da una parte o dall’altra della barricata.
Questo è una guerra.
Non vincitori non vinti, tutti perdenti.
Distruzione, solo distruzione in un’epoca che urla di essere ricostruita bandendo gli sprechi e le differenze, alimentando il bene della Terra e degli esseri umani.
Ma siamo davvero parte di questo mondo, noi, umani di oggi?
Come è possibile tornare sempre indietro nell’illusione che sia dietro di noi il meglio e non in quello che potremmo essere capaci di costruire guardando avanti proprio perché consapevoli di quello che abbiamo disseminato dietro?
Questo vale per tutte le, guerre in ogni luogo del mondo. Questa la sentiamo più vicina perché lo è geograficamente, perché i nostri confini interiori ancora ci consentono le prevaricazioni e l’illusione della superiorità nel potere.
Siamo caduti nel fango e non siamo che fango!
Fango che si avvinghia ai poteri che distruggono, a quei poteri che non ci spettano, alle iniquità che distruggono il bene e a ogni godimento che appaghi la nostra ignoranza.
Ma che cosa resterà dopo tutto questo? Cos’altro se non il nulla che siamo?
Viviamo la nostra vita come se fossimo prigionieri di un circuito chiuso, un circolo vizioso che ci riporta sempre allo stesso punto pur avendo attorno a noi spazi infiniti da conoscere, amare contemplare.
Pretendiamo libertà, ma la cerchiamo nel potere, dimentichi che nessun potere gode di libertà poiché troppo impegnato a consolidarsi e imporsi per guardare oltre se stesso e vivere.
Vorrei un minimo di coscienza, solo un minimo basterebbe per riconoscere l’assurdità di quanto sta accadendo e l’assurdità di ogni guerra nel mondo.
NO WAR NOWHERE!