
Il volume “Le vie della mistica”(Tangram, 2021) a cura di Claudio Tugnoli è un interessante viaggio alla scoperta del significato della Mistica dalle origini ai nostri giorni.
Il testo si avvale della ricerca storico filosofica e delle analisi di scrittori e studiosi che, nel testo, mostrano non solo la loro capacità di studio e approfondimento, ma anche l’importanza del valore divulgativo di un testo di tale portata e significato.
Ciascuno degli studiosi ha approfondito un tema diverso, ma ciascuno giunge alla stessa conclusione sottolineando l’esistenza e il valore innegabile della Mistica, qualsiasi sia il punto di vista di partenza dell’analisi degli autori (di ordine filosofico, religioso, astrologico, neuroscientifico).
Si evince, dunque, che la Mistica, da qualsiasi punto di vista sia analizzata, è un ponte di ricongiungimento tra l’umano e il divino, forse il raccordo più significativo che congiunge non solo al divino, ma a ogni altro umano che, pur percorrendo sentieri diversi sceglie una sorta si ricongiungimento con l’altro diverso da sé.
Il volume, la cui premessa è scritta dal curatore del testo Claudio Tugnoli, è diviso in sette capitoli (in ordine di indice: “Introduzione alla fenomenologia dell’esperienza mistica”, C. Tugnoli; “Qabbalà: la mistica ebraica”, M.Giuliani; “Mistica d’ispirazione cristiana”, F. Roat; “Due corpi e un’anima. La mistica e l’amore divino”, S. Hejazi; “Misticismo e anoressia nel Tirolo dell’Ottocento” A. Folgheraiter; “Viaggio mistico e viaggio astrale. Antichi e nuovi itinerari”, M. Bianchi; “Il cervello mistico”, G. Baiocco) in ciascuno dei quali è possibile recuperare significati e valori storici e sociali di utile conoscenza per il tempo presente.
Sebbene, inevitabilmente, l’argomento sia svolto in maniera accademica e teorica, è possibile rintracciarvi la necessità e il desiderio di un dialogo che, come sottolinea Tugnoli nella Premessa, sia origine di confronto e incontro. Egli, difatti, scrive «(…) il dia-logo è comunicazione di un logos che non consente assoggettamento ma riconoscimento dell’altro».
Ancora, come sottolinea Monica Bianchi nel suo saggio sul viaggio mistico e quello astrale, compito dell’uomo è quello di cercare e trovare armonia, poiché esiste una «relazione tra armonia dell’universo, spirito dell’individuo alla nascita e mistica»; o, come sottolinea Massimo Giuliani parlando della Mistica ebraica, essa è «un sentiero particolare, riservato forse ai pochi che si sentono predisposti al duro lavoro di un più profondo scavo nei testi sacri e in se stessi», un lavoro, direi, cui tutti dovrebbero prestare attenzione e cura. Di particolare interesse è anche il pensiero di Francesco Roat nel suo discutere la mistica cristiana e nel suo sottolineare che tutti potrebbero arrivare alla mistica se solo fossero «in grado di sopportare/ospitare il nulla, sarà esso ad assurgere a nostro conforto (…) in modo da vedere il vuoto farsi pieno, il niente quale altra faccia del tutto e l’assenza di Dio divenire paradossalmente sua unica possibilità di presenza». Sara Hejazi, nella sua analisi della mistica islamica, spiega di come il totale abbandono del sufismo sia una forma di profondo legame e ricongiungimento tra la terra, l’uomo e Dio, «(…) Il corpo è legato all’ambiente, alla natura, al cosmo e si proietta “fuori di sé” a partire dal “dentro di sé”». Interessante il saggio di Alberto Folgheraiter che spiega il legame tra misticismo e anoressia nel Tirolo dell’Ottocento, una forma estrema di estasi che porta all’annullamento del corpo fisico che si trasforma in una rappresentazione dell’io più profondo, legato all’estasi, che emerge dal corpo ferito. Il saggio di Giuseppe Baiocco, infine, attraverso la psicologia, la filosofia e le neuroscienze, tenta di proporre «la mistica (o quanto meno la mindfulness) come strumento di indagine per districarsi tra moduli pensanti tra loro inestricabili che si sviluppano lungo il sistema Io-mondo (Gemignani, 2019)».
“Le vie della mistica” (Tangram, 2021), è un libro invita alla conoscenza e al dialogo. “Porsi in dialogo”, credo sia questa la chiave di lettura dell’intero volume, per quanto diversi gli approcci al tema e differenti i contenuti.
The volume “Le vie della mistica” (Tangram, 2021) edited by Claudio Tugnoli is an interesting journey to discover the meaning of mysticism from its origins to our day.
The text makes use of the historical philological research and analyzes of writers and scholars who, in the text, show not only their ability to study and deepen, but also the importance of the popular value of a text of such magnitude and significance.
Each of the scholars has explored a different theme, but each reaches the same conclusion underlining the existence and undeniable value of Mysticism, whatever the starting point of the analysis of the authors (philosophical, religious, astrological, neuroscientific).
It is clear, therefore, that the Mystic, from any point of view analyzed, is a bridge of reunion between the human and the divine, perhaps the most significant connection that connects not only to the divine, but every other human who, while following paths different chooses a kind of reunion with the other different from himself.
The volume, whose premise is written by the editor of the text Claudio Tugnoli, is divided into seven chapters (in index order: “Introduzione alla fenomenologia dell’esperienza mistica”, C. Tugnoli; “Qabbalà: la mistica ebraica”, M.Giuliani; “Mistica d’ispirazione cristiana”, F. Roat; “Due corpi e un’anima. La mistica e l’amore divino”, S. Hejazi; “Misticismo e anoressia nel Tirolo dell’Ottocento” A. Folgheraiter; “Viaggio mistico e viaggio astrale. Antichi e nuovi itinerari”, M. Bianchi; “Il cervello mistico”, G. Baiocco) in each of which it is possible to recover historical and social meanings and values of useful knowledge for the present time.
Although, inevitably, the topic is developed in an academic and theoretical way, it is possible to trace the need and desire for a dialogue which, as Tugnoli points out in the Introduction, is the source of confrontation and encounter. In fact, (…) il dia-logo è comunicazione di un logos che non consente assoggettamento ma riconoscimento dell’altro”.
Again, as Monica Bianchi underlines in her essay on mystical and astral travel, man’s task is to seek and find harmony, since there is a “relazione tra armonia dell’universo, spirito dell’individuo alla nascita e mistica”; or, as Massimo Giuliani points out when speaking of Jewish mysticism, it is “un sentiero particolare, riservato forse ai pochi che si sentono predisposti al duro lavoro di un più profondo scavo nei testi sacri e in se stessi”, a job, I would say, to which all they should pay attention and care. Of particular interest is also the thought of Francis Roat in his discussion of Christian mysticism and in his underlining that everyone could reach mysticism if only they were “in grado di sopportare/ospitare il nulla, sarà esso ad assurgere a nostro conforto (…) in modo da vedere il vuoto farsi pieno, il niente quale altra faccia del tutto e l’assenza di Dio divenire paradossalmente sua unica possibilità di presenza ». Sara Hejazi, in her analysis of Islamic mysticism, explains how the total abandonment of Sufism is a form of profound bond and reunion between the earth, man and God, “(…) Il corpo è legato all’ambiente, alla natura, al cosmo e si proietta “fuori di sé” a partire dal “dentro di sé” ». Interesting is the essay by Alberto Folgheraiter which explains the link between mysticism and anorexia in the Tyrol of the nineteenth century, an extreme form of ecstasy that leads to the annihilation of the physical body which is transformed into a representation of the deepest self, linked to ecstasy, emerging from the injured body. Finally, Giuseppe Baiocco’s essay, through psychology, philosophy and neuroscience, attempts to propose “la mistica (o quanto meno la mindfulness) come strumento di indagine per districarsi tra moduli pensanti tra loro inestricabili che si sviluppano lungo il sistema Io-mondo (Gemignani, 2019)”.
“The ways of mysticism” (Tangram, 2021), is a book that invites knowledge and dialogue. “Engage in dialogue”, I believe this is the key to reading the entire volume, however different the approaches to the theme and the different contents.