What in a Name?

Everything needs a name to become less hostile.
Thus, a pacemaker becomes “Freddie”, so that its rhythm can find a little bit the strong and also trasgressive one of Mercury; the PICC becomes “indolor” (painless), partly to mimic an old health product, partly to play down its useful presence; cancer becomes “little monster”, to soften awareness and diminish its power.
Everything takes the name of hope, expectation, research, discovery, so that everything, even when painful, is never destructive, never a defeat, but always an opportunity for struggle and resistance in which to learn something new of yourself.

Ogni cosa ha bisogno di un nome per diventare meno ostile.
Così, un pacemaker diventa “Freddie”, perché il suo ritmo ritrovi un po’ quello forte e anche tragressivo di Mercury; il PICC diventa “indolor”, un po’ per fare il verso a un vecchio prodotto sanitario, un po’ per sdrammatizzarne l’utile presenza; il cancro diventa “mostriciattolo”, per addolcirne la consapevolezza e diminuirne il potere.
Ogni cosa assume il nome della speranza, dell’attesa, della ricerca, della scoperta, affinché ogni cosa, anche quando dolorosa, non sia mai distruttiva, mai una sconfitta, ma sempre un’occasione di lotta e resistenza in cui imparare qualcosa di nuovo di sé.

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