Keep your gaze, always, for better or for worse, in the vicissitudes and joys. Keep your inner gaze that makes you appreciate the little things, that gaze that never steals but tears the smile from those in pain. Keep your clean gaze of honest courage that drags far beyond individual pain and teaches that beyond ourselves there is time that prepares itself for the smile of each and every one. Keep your gaze even if you have suffered a lot and still suffer. Keep your gaze to learn to discover the invisible, to learn to smile at obstacles and learn from limits how to be a better, truer and more loyal person. Keep your gaze of profound purity that does not allow itself to be soiled or stained by extreme and unbridled ambition and without regard for those around us. Keep the gaze of those who perceive themselves as a small particle of a being that embraces everyone in the same way. Keep your gaze even with eyes full of tears from tiredness, pain, joy, emotion, for all and none of the things you love and others love. Keep the gaze of recognition of yourself and of the others and keep the gaze of gratitude for life, for meaning, for the small daily gifts that are often not noticed, but which make the smallest everyday life blissful. Keep your gaze to appreciate and not to denigrate, keep your gaze to support not to demolish. Keep your gaze to be moved by the life of the other and the invisible caress that everyone else gives us. Keep your gaze for the patience of normality that seems to frighten, but which we should appreciate in making every instant of our ordinary extraordinary. Keep your gaze to love without forgetting to dream, to smile, to choose. Keep your gaze to be yourself and never forget that only dignity and honesty give a clean gaze. Keep your gaze to discern the beauty of the deep and learn to love every life and the Life.
Conservare lo sguardo, sempre, nel bene e nel male, nelle vicissitudini e nelle gioie. Conservare lo sguardo interiore che fa apprezzare le piccole cose, quello sguardo che mai ruba ma strappa il sorriso a chi è in pena. Conservare lo sguardo pulito del coraggio onesto che trascina ben oltre il dolore individuale e insegna che oltre noi stessi c’è il tempo che si prepara al sorriso di tutti e di ciascuno. Conservare lo sguardo anche se hai sofferto molto e soffri ancora . Conservare lo sguardo per imparare a scoprire l’invisibile, per imparare a sorridere degli ostacoli e apprendere dai limiti come essere una persona migliore, più vera e leale. Conservare lo sguardo della purezza profonda che non si lascia sporcare né macchiare dall’ambizione estrema e sfrenata e senza riguardo per chi ci circonda. Conservare lo sguardo di chi percepisce sé stesso come piccola particella di un essere che abbraccia tutti allo stesso modo. Conservare lo sguardo anche con gli occhi pieni di lacrime per la stanchezza, il dolore, la gioia, l’emozione, per tutte e nessuna delle cose che ami e che altri amano. Conservare lo sguardo del riconoscimento di sé e dell’altro e conservare lo sguardo della riconoscenza per la vita, per il senso, per i piccoli doni quotidiani di cui spesso non ci si accorge, ma che rendono beata la più piccola quotidianità. Conservare lo sguardo per apprezzare e non per denigrare, conservare lo sguardo per sostenere non per demolire. Conservare lo sguardo per commuoversi dinanzi alla vita dell’altro e alla carezza invisibile che ogni altro ci dona. Conservare lo sguardo per la pazienza della normalità che sembra spaventare, ma che dovremmo apprezzare nel rendere straordinario ogni istante del nostro ordinario. Conservare lo sguardo per amare senza dimenticare di sognare, di sorridere, di scegliere. Conservare lo sguardo per essere sé stessi e non dimenticare mai che solo la dignità e l’onestà donano uno sguardo pulito. Conservare lo sguardo per discernere la bellezza del profondo e imparare ad amare ogni vita e la Vita.