The vulnerability of our being is an essential part of being itself and we should not waste its meaning or the sensitivity that can derive from it. Each person as such is vulnerable, denying this means denying one’s humanity, rising to heights of immortality and perfection that do not belong to the human and disdaining to appreciate every moment of life, even those who, finding us more fragile, can hurt us. One can make good use of one’s vulnerability without worshiping it and making it the product of pity or self-pity; we can make good use of vulnerability without hurling it angrily at those we believe strongest; it can be put to good use without repudiating the beauty of life that dances and bows to our being even when it is lame and wounded. It takes the courage of vulnerability, the passion that is exercised over life because we love life in itself and not for what it offers us or what we can steal. It takes firmness and consistency of ideas that do not change because we are the wounded, but remain in the truth and justice of sharing despite personal renunciation, sacrifice and suffering. You can make good use of your vulnerability which has a great and unique lesson to teach us: the beauty of being and of creation precisely because it is imperfect and painful as it is painful. Vulnerability teaches you to remain steadfast and strong in dignity and honor while making your own imperfection the most precious, loved and true work of art.
La vulnerabilità del nostro essere è parte essenziale dell’essere stesso e non dovremmo sprecarne il senso né la sensibilità che da essa può derivare. Ciascuna persona in quanto tale è vulnerabile, negare questo significa negare la propria umanità, innalzarsi a vette di immortalità e perfezione che non appartengono all’umano e disdegnare di apprezzare della vita ogni istante, anche quelli che, trovandoci più fragili, possono farci male.
Si può far buon uso della propria vulnerabilità senza venerarla e renderla il prodotto della commiserazione o autocommiserazione; si può far buon uso della vulnerabilità senza scagliarla con rabbia contro chi crediamo più forte; si può farne buon uso senza ripudiare la bellezza della vita che danza e che si inchina al nostro essere anche quando è claudicante e ferito.
Ci vuole il coraggio della vulnerabilità, la passione che si esercita sulla vita perché si ama la vita in se stessa e non per quello che ci offre o che possiamo carpire. Ci vuole la fermezza e la coerenza delle idee che non cambiano perché i feriti siamo noi, ma restano nella verità e nella giustizia della condivisione nonostante la rinuncia, il sacrificio e la sofferenza personali.
Si può far buon uso della propria vulnerabilità che ha una grande e unica lezione da insegnarci: la bellezza dell’essere e del creato proprio perchè imperfetto e dolente quanto doloroso. La vulnerabilità insegna a restare saldi e forti in dignità e onore mentre della propria imperfezione si fa l’opera d’arte più preziosa, amata e vera.